lunedì, febbraio 10, 2014

non è meglio rinunciare?

Inizierò da un tweet, per poi divagare allegramente.
Diciamo subito che, nella vita, niente è facile. Nessuno ti regala niente, e tante altre cose retoriche. Devi lottare duro per ottenere dei successi, per riuscire nella vita. Corri e allenati duro per realizzare i tuoi sogni.

Questo, vale per tutti? Conoscete delle persone che ce la fanno senza sacrificio? Conoscete delle persone, per le quali tutte le porte si aprono al loro passaggio?

Ho riflettuto sull'idea di voler fare la contadina. Ho letto e riletto il progetto di crowdfunding pubblicato su produzioni dal basso, dal titolo evocativo "Mai più soffrirò la fame". Mi sono domandata, "che chance ho di riuscire a coltivare la terra, e di produrne degli ortaggi?" Ha senso farlo?
Non ho dormito, girandomi e rigirandomi nel piumone. Chiedendomi, cosa avrei detto alla mia famiglia per giustificare l'insuccesso. Non sarebbe meglio lasciare perdere, posso comunque fare la cameriera a Londra, oppure in Germania, oppure posso sperare mi assumano per la stagione estiva.
La notte per me, è fonte d'angoscia, sarà il buio, ma quando non riesco a dormire, sono solita pensare a tragedie infinite. Penso, ma ci sono agricoltori più bravi di te, che hanno già dei clienti, riescono sempre a vendere i loro prodotti. Altri agricoltori hanno attrezzature più costose delle tue, grandi trattori. Io, per ora, faccio quasi tutto a mano, penso di vendere verdure in bicicletta!
Poi tu, vuoi coltivare ortaggi biologici! Chi vuoi che te li compri, se costano di più! Nessuno crede più in bio, cos'è questa ideologia?!


L'alba, prima o poi, arriva.

Poi, finalmente, è arrivato il giorno. Ho rivolto degli insulti al famoso regista, mi sono sentita molto meglio.
Potrei andare a fare la cameriera, magari per altri tre anni. Ma perché? Non è quello che voglio fare, non cambierà la mia vita, lavorare in un qualsiasi bar londinese, nemmeno quella degli altri. Non mi rende una persona migliore, non rende questo mondo migliore.
Coltivare la terra, invece, mi da la possibilità di recuperare un fondo agrario abbandonato, per farne un fondo fertile e produttivo. La vendita di prodotti ortofrutticoli, coltivati con tecniche sostenibili, infonde consapevolezza nel consumatore, mostrandogli la differenza qualitativa del prodotto. In piccole comunità, le aziende locali riescono a stabilire rapporti diretti coi consumatori, creando scambi economici solidali.
Allora io, una chance me la voglio dare adesso. Non rinuncerò a favore di nessun posto fisso. Perché, in questo Paese, la scelta deve essere appannaggio di pochi noti? Sarà difficile, ma lo voglio fare, e mai più soffrirò la fame!

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