mercoledì, gennaio 29, 2014

non avrai altra terra all'infuori di me

- AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH! Non c'è più benzina!! 
- Vai a comprarla.
- Non posso, è finita pure quella del distributore, è finito il petrolio!
- AAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!

Questo dialogo avverrà prima o poi. E lo sentiremo in una cittadina italiana. Perché proprio in Italia? Perché il nostro governo non fa niente per affrontare in modo programmatico le cose, ma aspetta sempre che il fenomeno abbia proporzioni catastrofiche, ovvero quando ne subiamo le conseguenze. 
Ma parliamo d'altro.
Il petrolio prima o poi finirà e questo lo sanno tutti. La conseguenza peggiore, della fine del combustibile fossile, sarà lo svuotarsi degli scaffali dei supermercati. Finché si tratta di diritti civili degli omosessuali, basta un gay-pride, la notizia a fine TG, un hashtag simpatico, e il lunedì si riprende con il solito tran-tran. Ma se milioni di individui hanno fame, è più difficile tenerli buoni. 
Per questo i governi di alcune nazioni da anni promuovono l'auto-produzione alimentare e non solo.
Gli interventi che i governi, da qualche anno, intraprendono quasi ovunque sono:
  • Incoraggiare la produzione ed il consumo del cibo locale offrendo supporto alle strutture a questo scopo necessarie come i mercati contadini (farmers' market).
  • Inserire all'interno del sistema di gestione dei rifiuti installazioni per la raccolta dei residui di cibo da convertire in compost, biogas e mangime animale, da fornire a contadini e allevatori locali.
  • Richiedere che una percentuale minima degli acquisti di cibo per scuole, ospedali, basi militari e carceri sia approvvigionata entro un raggio di 100 km.
  • Creare una normativa sulla sicurezza alimentare in base alla scala di  produzione e distribuzione, in modo che un piccolo produttore che vende i suoi prodotti direttamente non sia soggetto alle stesse onerose regole di una multinazionale. 

Dal 2008 si è iniziato a parlare di transizione agroalimentare, ovvero le aziende agricole devono riconvertire la loro dipendenza dai combustibili fossili. Devono rivolgersi anche a un mercato interno, non solo puntare sulle esportazioni. Puntare ad essere autosufficienti per quanto riguarda i beni di prima necessità. L'approvvigionamento di cibo di una comunità, non può dipendere in modo massiccio dalle importazioni, col rischio appunto di penuria dello stesso, in caso di crisi energetica. 
Le grandi multinazionali sono ovviamente molto grate alla globalizzazione, ha portato abbondanza sulle nostre tavole, e nelle loro tasche, ma oggi è la stessa che ci fa perdere i posti di lavoro. Ce ne freghiamo dei lavoratori del Bangladesh, perché vogliamo comprare le magliette a 5 euro. Ma se nostro padre perde il lavoro per lo stesso motivo (perché la multinazionale vuole risparmiare) ce ne lamentiamo, e giustamente.
Col cibo è successa la stessa cosa. L'Europa, ma anche USA e Cina, hanno esportato in tutto il mondo il modo di produzione agricola basato sulla produzione intensiva di una coltivazione sola, con conseguenze gravissime sul clima, e sulla vita delle persone dei Paesi colonizzati.
Oggi ci accorgiamo che per mangiare melanzane a Gennaio dobbiamo pagare un prezzo troppo alto, non è più sostenibile questo modo di consumare.

In Italia queste tematiche non le porta avanti il governo, troppo occupato a discutere di leggi elettorali, e di cosa, boh?! Questo governo è in carica da un anno, e non ho ancora capito cosa ha fatto, se non togliere e mettere l'imu tre volte. 
Ma parliamo d'altro.
Come per molte cose nel nostro paese, i cambiamenti avvengono grazie alle persone comuni. Tematiche quali sostenibilità, cibo prodotto biologicamente, auto-produzioni, mercatini di quartiere, le portano avanti amministrazioni comunali illuminate o GAS oppure associazioni ambientaliste. Slow-food per esempio, nasce dall'associazionismo arci, da un gruppo di amici che aveva e ha a cuore il cibo buono e locale.

Questo non è catastrofismo, ma consapevolezza. In futuro ci litigheremo un pezzo di pane? L'importante è che siate stati voi a farlo. Comunque dipende da noi, possiamo ancora cambiare se usiamo la testa per fare la spesa. Per carità, basta fragole a Dicembre, se non vengono dal vostro orto! 


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