venerdì, febbraio 28, 2014

il pomodoro, c'è solo il pomodoro

Sua maestà il pomodoro. L'ortaggio più ricercato dell'estate, quello di cui facciamo più uso e che mangiamo in diversi modi, dal crudo al secco passando per la salsa. Ma come si coltiva?

Il pomodoro è un medio/grande consumatore d'azoto, ha basse esigenze di fosforo e potassio, gradisce il letame.

pomodori in semenzaio

Tipi 

Per scoprire quali varietà si sposano con il vostro clima e il vostro orto, bisognerà chiedere un po' in giro, ai nostri vicini d'orto, anche per sapere quali ci piacciono di più, ci dovremmo sottoporre a un duro esercizio, assaggiarli! Quando acquistiamo le sementi, controlliamo quanto tempo passa dalla semina al raccolto, ci sono specie che in due mesi ci danno i frutti, ma altre che ci mettono ottanta giorni. Per estendere la nostra stagione di raccolta, piantiamo semi di diverse varietà.
Molte cultivar standard sono adatte per una varietà di usi , tra cui panini (!), conserve e insalate. I pomodori San Marzano vanno bene per la cucina, le conserve e le salse. Esistono in commercio pomodori in una gamma di colori diversi e sono molto popolari per le insalate. Alcuni tipi: cuore di bue, tondo liscio, tipo costoluto, tondo rosso a grappolo, ciliegino, datterino, del piennolo, San Marzano, allungato, roma.

Rapporto con le temperature

La crescita del pomodoro si interrompe a 8-10° C resiste a -2°C, ma forse muore. Per la fecondazione dei fiori è necessario che la temperatura superi i 13-14°C. Sopra i 40°C i fiori cadono. Con temperature sopra i 30° C i frutti diventano molli e poco colorati. Insomma, questa pianta non è mai contenta. E meno male che dicono che è la più facile da coltivare! Farà in tempo ad acclimatarsi in primavera, per farsi poi sorprendere dal caldo torrido dell'estate e dare il suo meglio. Possiamo seguire le indicazioni sulle buste dei semi, a Febbraio in semenzaio, ad Aprile un bel trapianto in campo, o in vaso.
rosso a pera


Semina e trapianto

Vivai e garden center offrono una vasta gamma di varietà, ma se non avete abbastanza spazio scegliete i pomodori che consumate di più, 3-5 piante sono sufficienti per una famiglia di quattro persone. I semi non utilizzati sono validi per 3 anni. Seminiamo da metà febbraio a metà marzo, in semenzaio, I trapianti li facciamo da fine aprile, fino all'inizio di Giugno, con le piantine alte 10-15 centimetri. Tra le file teniamo distanze dagli 80-100 cm. lungo le file circa 30-50 cm. Ricordiamoci che i pomodori hanno bisogno di sostegni.

Fertilizzazione

Il pomodoro è un medio/grande consumatore di azoto, ama concimazioni con materia organica, ben umificata. I frutti migliorano la propria qualità organolettica se il terreno ha un'alta disponibilità di potassio. Prima del trapianto, prepariamo il terreno, o le aiuole, con del letame maturo (8 kg/mq), o del compost organico (3 kg/mq).

Cure colturali

Eliminando i germogli ascellari delle foglie anticipiamo la maturazione dei frutti, e un miglior arieggiamento della pianta. Sono pratiche che prendono il nome di scacchiatura e cimatura, servono anche a prevenire e diminuire malattie fungine. Per un maggior controllo delle infestanti è meglio pacciamare, in caso contrario la coltura richiede una rincalzatura per consolidare la piantina. Il pomodoro gradisce la compagnia del basilico anche in campo, non solo in tavola.

Irrigazione

Le irrigazioni devono essere poco frequenti (7-8 giorni), soprattutto appena trapiantata di modo che la piantina faccia camminare le radici in cerca d'acqua, questo fino alla comparsa dei frutti, dopo di che innaffieremo più spesso (3-4 giorni) e più abbondante. Stando attenti a non eccedere per evitare che nei frutti si verifichino delle spaccature. Va bene il suolo umido ma non zuppo d'acqua.

Queste erano delle indicazioni di massima per la coltivazione del pomodoro. Voi pensate di seminarli i pomodori? Quali sono i vostri preferiti?

lunedì, febbraio 24, 2014

la presenza della coccinella in campo

Sappiamo tutti quanto sia importante ricevere la visita di una coccinella in campo. Secondo alcune scuole di pensiero, un orto migliora quando ci sono tante coccinelle, ci sono dei contadini che le comprano, per poi liberarle in campo. Le coccinelle, assieme ad altri insetti utili, proteggono le nostre colture dai parassiti.
coccinella all'arrembaggio!
La scomparsa di fiori, erbe e arbusti dai campi ha danneggiato notevolmente anche il regno animale. Il mondo colorato delle farfalle e degli insetti è cambiato. Per questo è importante ripristinare "strutture ecologiche", come siepi, arbusti, muretti a secco, piante spontanee come l'ortica, in prossimità del campo coltivato. L’ortica che attira una miriade di insetti, viene definita anche, banca di insetti utili.
Nelle siepi, si crea l'habitat ideale per ospitare insetti utili a sconfiggere i parassiti delle nostre piante da frutto, e dei nostri ortaggi. Alcuni di quelli utili sono: coccinelle, crisope, ragni, uccelli, ricci, pipistrelli, rettili, rane e rospi. Possiamo costruire nidi per ricci e pipistrelli, questi ultimi sono delle vere macchine divora insetti. Se nella siepe sono presenti piante pollinifere e nettarifere, queste richiameranno insetti impollinatori, la cui presenza favorisce la messa a frutto degli ortaggi.
Una volta che il nostro orto sarà ripopolato di fauna utile, bisognerà ridurre l’utilizzo di insetticidi, che colpiscono tutti gli insetti indistintamente. In caso di presenza di parassiti si interviene nelle zone colpite. Si possono prevenire gli attacchi di parassiti, con l’uso di macerati di erbe ad azione insetticida.
I macerati sono utili per un altro motivo, irrobustiscono le piante grazie al contenuto in minerali e in sostanze di origine vegetale, rinforzando la capacità di autodifesa delle piante.

ALCUNI PRODOTTI PER CONTRASTARE I PARASSITI ANIMALI

Macerato d’ortica. Si può utilizzare la pianta intera, senza radici di Urtica dioica e di Urtica urens. Per 10 litri d’acqua, un chilo di ortica fresca, o 100 grammi di quella secca.
Preparazione. Le piante vanno immerse in acqua, in un recipiente e mescolate 1-2 volte al giorno. Il macerato emana un odore sgradevole e intenso.
Impiego e indicazioni. Il macerato è pronto dopo 12 ore per essere usato come insetticida, va distribuito dopo filtrazione. Se vogliamo usarlo come fertilizzante, lasciamo le ortiche a macerare per una settimana, prima di utilizzarlo lo filtriamo e diluiamo. Un litro di macerato per dieci litri d’acqua.
Controindicazioni. Non va usato su cavoli e crucifere.

Urtica urens
Macerato polivalente.
Per dieci litri d’acqua usiamo le foglie di due piante di ortica, 30 spicchi d’aglio, 3 manciate di rosmarino, 3 manciate di lavanda.
Preparazione. Come per il macerato d’ortica.
Impiego e indicazioni: il macerato è pronto dopo una settimana, si filtra e si diluisce (1 litro per 10 litri d’acqua). Svolge un’azione repellente nei confronti degli insetti e ha un’azione corroborante e fertilizzante.
Controindicazioni: non va usato sulle aromatiche e in prossimità della raccolta.

Alcool a 90°
Dosi: 15-20 grammi per un litro d’acqua.
Indicazioni: è efficace per il controllo degli afidi se si colpiscono direttamente gli insetti durante le ore di maggiore insolazione. Ripetere per 3 volte ogni 2-3 giorni.
L’alcool si può sostituire con la grappa, ma raddoppiando le dosi.

Altre indicazioni utili sulla difesa dai parassiti, sul libro “Il mio orto biologico” di Enrico Accorsi e Francesco Beldì.

E voi come vi difendete dai parassiti? Allevate colonie di coccinelle? In questo blog potete scorrere una fantastica galleria di hotel per insetti!

mercoledì, febbraio 19, 2014

diritto al cibo

É un diritto dell'uomo, avere accesso a cibo nutriente e sicuro, sufficiente per soddisfare i bisogni nutrizionali di base, come anche il diritto di disporre di acqua pulita e di qualità accettabile in quantità sufficiente e a costi sostenibili.

orto

Lunedì, a Milano, Carlo Petrini ha presentato il progetto-sfida, 10 mila orti in Africa entro il 2016, a un anno dall'EXPO2015, al quale Slow Food parteciperà, vista la rilevanza dei temi trattati.
Spiega il patron di Slow Food, «Per noi realizzare un orto significa permettere alla comunità di lavorare la terra per sfamare scuole e famiglie del Paese» e ancora, «ma anche possedere i semi liberandosi da quelli selezionati dalle multinazionali, spesso costosi e non adatti ai luoghi in cui sono utilizzati». Il risultato più importante, però, sarà «la costruzione di una rete di giovani africani che possano finalmente riscattare il loro continente».

Un'iniziativa anche politica quindi, volta a formare in Africa una classe di leader consapevoli, entusiasti e combattivi, che garantiscano un futuro al cibo locale. Che li spinga a riscoprire e proteggere la propria gastronomia, a salvaguardare la biodiversità, a difendersi dalle monocolture e a rendersi indipendenti dalle multinazionali. Occorre cambiare atteggiamento, nei confronti di quei Paesi che abbiamo predato, dice Petrini. Non più un atteggiamento di carità ma di restituzione.

Tema principale dell'EXPO 2015 è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il cibo, un tema importante e sempre più attuale, se è vero, come si dice, che la guerra del futuro, sarà per il cibo e per l'acqua. Così come oggi si fa per altre materie prime.
Durante l'EXPO saranno trattati temi quali, l'agricoltura sostenibile, la sicurezza e sovranità alimentare, lo spreco alimentare, la malnutrizione, le patologie legate a cattive abitudini alimentari. La fame, che si soffre, in alcune aree del Pianeta. Nell'area tematica che tratta della biodiversità si inserisce l’iniziativa ideata da Slow Food: un percorso che illustrerà il tema secondo l’esperienza e la visione della rete internazionale nata nel 1986 in Italia e presente oggi in 150 Paesi del mondo.

Il percorso progettato da Slow Food, permetterà ai visitatori di scoprire il valore della biodiversità agroalimentare, esplorare la varietà dei prodotti protagonisti della biodiversità, acquisire consapevolezza circa la necessità di adottare nuove abitudini di consumo.

Per partecipare al progetto di Slow Food coltivare l'Africa, e alla realizzazione di un sogno, si può adottare un orto.
Per tutto il resto, c'è il balcone di casa!


martedì, febbraio 18, 2014

Quali varietà seminare?

Il cibo che troviamo in vendita nei supermercati non è più sostenibile, l'enorme massa di cibo esposta si ottiene con grandi sacrifici e consumi d'acqua e altre risorse preziose.
Per questo è importante sceglire di coltivare in proprio le verdure che consumiamo.
Ecco la mia risposta a quali varietà seminare.
Questo è il micro-orto di casa, dove coltivo poche cose che possono servire in casa. Le aiuole sono fatte con legni e tavole recuperati. Ho seminato una fila di bulbilli di aglio rosso, una delle prime cose che ho piantato, i bulbilli si interrano a ottobre. Ho alcuni finocchi, che hanno fatto dei giorni di semenzaio e poi gli ho trapiantati a terra. Ho seminato una fila di piselli, ho seminato le cime di rapa mi sono rimaste tre piantine, da dieci che erano. Ho poi piantato una cipolla e, a destra in alto nella foto, potete notare una massa verde indefinita, si tratta di lenticchie.

micro-orto 

Il vaso bianco, è un piede di un lavandino, girato al contrario, una sorta di "fontana" di Duchamp.
Ci cresce dentro la salvia, e degli immortali bulbi di mia zia, interrati in ogni angolo di terra del nostro giardino. Fioriscono in primavera, muoiono in autunno, e poi rinascono, un continuo. Nel mentre, nei semenzai, ho pronte le piantine che daranno il cambio alle altre, che forse mi mangerò.

Semenzai.

A febbraio si inizia a progettare l'orto, tra le decisioni da prendere c'è, quali varietà utilizzare e far crescere nel balcone di casa, o nel nostro micro-orto in giardino. Le varietà (o cultivar) si possono paragonare alle razze di una specie animale: sono piante della stessa specie con caratteristiche differenti che sono trasmesse di generazione in generazione. In commercio si trovano due varietà: le "standard" e gli "ibridi", indicati con "F1". La differenza tra queste due varietà, risiede nel fatto che dai semi delle varietà standard si ottengono individui simili alla pianta madre, mentre dai semi ottenuti dagli ibridi, quando sono fertili, si sviluppano piante che hanno perso le caratteristiche agronomiche della pianta madre. Quindi non sono semi riutilizzabili.

cartelle di uova riciclate

Meglio scegliere varietà diffuse nella zona in cui coltiviamo, e sementi biologiche per una scelta democratica. Potremmo riprodurre sementi, e piante produttive uguali alla pianta madre. La riproduzione degli ibridi è riservata alle multinazionali.
Io, per ora, ho messo pomodori san marzano, pomodoro ciliegino, pomodoro yellow sub-marine. Melanzane, peperoni d'Asti, basilico viola e verde e il prezzemolo.

semenzaio da balcone

Poi, riciclando le cartelle delle uova, ho seminato la lattuga regina dei ghiacci e la cicoria palla rossa. Queste ultime andranno trasferite e diradate per farle crescere, appena sarà pronta l'aiuola. Il prezzemolo cresce nella cassetta di legno, dove l'ho seminato. Le confezioni delle uova sono utili in fase di germinazione. Questo inverno anomalo, ci ha regalato delle giornate con temperature primaverili, e le giovani piantine hanno goduto del tepore dei raggi solari e di abbondante luce.

I vantaggi di un'auto-produzione di ortaggi sono diversi, meno inquinamento. La certezza di godere di un cibo di buona qualità, coltivato e raccolto senza nuocere a nessun essere, umano o animale. Sono innumerevoli gli studi, secondo i quali, passare del tempo all'aria aperta, seminando e coltivando verdure, ci fa bene. Coltivare fa bene, più che andare in palestra!

E voi coltivate?


lunedì, febbraio 17, 2014

un orto per quattro

In 300 mq di orto, un orticoltore esperto può produrre ortaggi per una famiglia di quattro persone, compresa la parte destinata alla conservazione. A un orticoltore servono, di media, 2 ore di lavoro a metro quadrato coltivato, all'anno. Le due ore, sono un dato medio, questo significa che il nostro orto, in alcuni periodi dell'anno, per esempio da maggio ad agosto, avrà bisogno della nostra presenza per più di due ore. Poi, certo, se è il nostro unico lavoro, non avremo problemi a dividerci le giornate tra casa e orto.

Dividere l'orto in aiuole

Per avere un orto ordinato, è utile dividere il terreno in aiuole, lasciando i sentieri minori e il sentiero maggiore, larghi abbastanza per passarci con la carriola o con altri mezzi.
Una volta prese le misure del perimetro, lo riproduciamo in carta e tracciamo le nostre aiuole. Partiamo da quella centrale, in modo da avere sentieri, all'inizio e alla fine, larghi uguali. Le aiuole devono essere larghe dai 60 ai 120 centimetri e lunghe non più di sei metri. Possiamo anche scegliere di farle rialzate o proteggerne il perimetro con tavole o altri materiali.

Rivestiamo i sentieri con la paglia o altri materiali, cartone per esempio, se vogliamo tenere sotto controllo le erbe spontanee. Nell'orto è sempre utile avere spezie fresche, riserviamo un po' di spazio alla spirale delle spezie, nella quale seminerete, basilico, rosmarino, menta, salvia, peperoncino, timo e origano.
Per suoli sabbiosi, l'orientamento delle aiuole è est-ovest, per quelli argillosi nord-sud. Una volta disegnate su carta, tracceremo le nostre aiuole da coltivare su terra. Servono quattro paletti, o quattro canne, e della cordella metrica. Iniziamo da quella centrale, piantiamo il primo paletto, vi leghiamo la cordella e mettiamo gli altri paletti alla distanza che abbiamo deciso, così via per tutte le altre.
Per fare del nostro orto un posto bello, nel quale trascorriamo piacevolmente del tempo, possiamo abbellirlo secondo il nostro gusto e le nostre disponibilità, oltre alle opportunità che ci offre l'ambiente circostante. Sarebbe utile realizzare una siepe, a nord, bordure per i fiori. Se abbiamo a disposizione dello spazio, possiamo fare un pergolato dove riposarci e godere della vista del nostro lavoro.

Un orto autosufficiente

Anche un orto di 80 mq può offrire un buon assortimento di verdure a una famiglia di quattro persone, escludendo le patate, per le quali occorre più spazio. Nel libro "Il mio orto biologico" (dal quale ho riassunto tutte queste informazioni) c'è uno schema tipo, con una trentina di ortaggi da dividere in primo e secondo raccolto, con le quantità degli ortaggi e i metri quadrati richiesti. Si tratta di un esempio e le colture si possono cambiare a seconda dei gusti e delle abitudini alimentari della famiglia
PRIMO RACCOLTO:
Aglio 2 mq n°50 bulbilli
Cipolla 6 mq n°160 piante
Sedano 1 mq n°10 piante
Fagiolo 5 mq semina
Fagiolino 4 mq semina
Pisello 9 mq semina
Pomodoro 4 mq n°12 piante
Peperone 4 mq n°12 piante
Melanzane 4 mq n°8 piante
Bietole 4 mq n°36 piante
Cavolo cappuccio 2 mq n°6 piante
Cetriolo 2 mq n°4 piante
Zucchino 5 mq n°5 piante
Lattuga da taglio 4 mq semina
Carote 5 mq semina
Lattuga 5 mq n°55 piante
prezzemolo 1 mq n°16 piante
basilico 1 mq n°16 piante  

SECONDO RACCOLTO
radicchio 6 mq n°66 piante
scarola 3 mq n°24 piante
valerianella 4 mq semina
spinacio 9 mq semina
zucchino 3 mq n°3 piante
cavolo cappuccio 4 mq n°12 piante
cavolfiore o broccolo 4 mq n°12 piante
finocchio 4 mq n°32 piante
sedano 1 mq n°10 piante
porro 2 mq n°40 piante
lattuga da taglio 3 mq semina
cavolo verza 6 mq n°18 piante
fagiolino 6 mq semina

lunedì, febbraio 10, 2014

non è meglio rinunciare?

Inizierò da un tweet, per poi divagare allegramente.
Diciamo subito che, nella vita, niente è facile. Nessuno ti regala niente, e tante altre cose retoriche. Devi lottare duro per ottenere dei successi, per riuscire nella vita. Corri e allenati duro per realizzare i tuoi sogni.

Questo, vale per tutti? Conoscete delle persone che ce la fanno senza sacrificio? Conoscete delle persone, per le quali tutte le porte si aprono al loro passaggio?

Ho riflettuto sull'idea di voler fare la contadina. Ho letto e riletto il progetto di crowdfunding pubblicato su produzioni dal basso, dal titolo evocativo "Mai più soffrirò la fame". Mi sono domandata, "che chance ho di riuscire a coltivare la terra, e di produrne degli ortaggi?" Ha senso farlo?
Non ho dormito, girandomi e rigirandomi nel piumone. Chiedendomi, cosa avrei detto alla mia famiglia per giustificare l'insuccesso. Non sarebbe meglio lasciare perdere, posso comunque fare la cameriera a Londra, oppure in Germania, oppure posso sperare mi assumano per la stagione estiva.
La notte per me, è fonte d'angoscia, sarà il buio, ma quando non riesco a dormire, sono solita pensare a tragedie infinite. Penso, ma ci sono agricoltori più bravi di te, che hanno già dei clienti, riescono sempre a vendere i loro prodotti. Altri agricoltori hanno attrezzature più costose delle tue, grandi trattori. Io, per ora, faccio quasi tutto a mano, penso di vendere verdure in bicicletta!
Poi tu, vuoi coltivare ortaggi biologici! Chi vuoi che te li compri, se costano di più! Nessuno crede più in bio, cos'è questa ideologia?!


L'alba, prima o poi, arriva.

Poi, finalmente, è arrivato il giorno. Ho rivolto degli insulti al famoso regista, mi sono sentita molto meglio.
Potrei andare a fare la cameriera, magari per altri tre anni. Ma perché? Non è quello che voglio fare, non cambierà la mia vita, lavorare in un qualsiasi bar londinese, nemmeno quella degli altri. Non mi rende una persona migliore, non rende questo mondo migliore.
Coltivare la terra, invece, mi da la possibilità di recuperare un fondo agrario abbandonato, per farne un fondo fertile e produttivo. La vendita di prodotti ortofrutticoli, coltivati con tecniche sostenibili, infonde consapevolezza nel consumatore, mostrandogli la differenza qualitativa del prodotto. In piccole comunità, le aziende locali riescono a stabilire rapporti diretti coi consumatori, creando scambi economici solidali.
Allora io, una chance me la voglio dare adesso. Non rinuncerò a favore di nessun posto fisso. Perché, in questo Paese, la scelta deve essere appannaggio di pochi noti? Sarà difficile, ma lo voglio fare, e mai più soffrirò la fame!

sabato, febbraio 08, 2014

#turismi




Quando un posto è molto bello, si pensa che abbia una naturale e innata vocazione al turismo. Così la classe politica sarda, ha pensato negli ultimi cinquant'anni, non investendo nel settore. Alimentando luoghi comuni sui sardi, sul loro modo di vestire e di mangiare, nonché sul loro carattere. Prova ne è il video promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna, il secondo dei due video postati qui sopra. La Sardegna sembra bella, ma inaccessibile. A meno che non viaggi in elicottero o con lo yacht, che si sa, tutti i sardi possiedono e vi cenano tutte le sere al chiarore lunare. Per non parlare dei luoghi avvolti da mistero, in cui ci rifugiamo d'inverno, le domus de janas e i nuraghi.
Il primo video, invece, è quello fatto per promuovere il turismo in Islanda, per invitare le persone a visitare i posti meravigliosi nei quali vivono gli islandesi. Sottolineo vivono, sono loro che ci invitano, che si offrono di farci da guida, che pensano di avere delle cose che possono piacere anche a te.
Vedendo i due video, a voi, dove viene voglia di andare?
Durante questa campagna per le elezioni regionali sarde, Sardegna Possibile ha prodotto un video, che vale già come spot per la Sardegna tutta. Questo:


 Assessore al Turismo, delle liste che appoggiano Michela Murgia presidente della Regione Sardegna, è Rita Cannas. Ricercatrice in Economia e gestione delle imprese e docente di Economia e tecniche di comunicazione di impresa presso l'Università di Cagliari. Così dice alla presentazione pubblica come assessore al Turismo, Artigianato e Commercio:
"Sono di Quartu ma i miei cani stanno benissimo. Non mi è stato difficile accettare questa avventura (con Sardegna Possibile) perché vi ho trovato una cosa che è fondamentale quando si fa turismo, ma anche quando si è persone a tutto tondo: l'accoglienza.
Con le persone che fanno parte di Sardegna Possibile, c'è condivisione del linguaggio: io non devo spiegare ai miei compagni di avventura, che cos'è la sostenibilità, perché loro la applicano quotidianamente nella loro esperienza." 



“La sostenibilità implica l’innalzamento della qualità della vita e del reddito delle persone, così come la cura e la protezione del territorio 
e delle specie viventi. È un percorso verso il quale ogni società umana dovrebbe tendere con tenacia e costanza. Per fare questo 
occorre che la politica sia espressa da persone consapevoli, competenti e capaci di lavorare insieme. Il mio primo obiettivo è quello di elaborare, entro i primi sei mesi di governo, un Piano strategico del turismo sostenibile in Sardegna.”

Sentire una candidata parlare di sostenibilità, senza farne propaganda, mi sembra un passo, enorme, in avanti, che punti a un turismo sostenibile, poi, quasi fantascienza! A cosa ci hanno abituato negli ultimi anni! A sirene che emergono dalle acque cantando in sardo, a svendere le nostre coste, la nostra cultura, perfino noi stessi. Con un gioco al ribasso, per quanto riguarda gli stipendi di camerieri e altre professionalità della ristorazione. Il turismo, in Sardegna, può essere altro che la costruzione di case da vendere e affittare? Case che poi rimangono vuote per la maggiore parte dell'anno!
Io non posso che scegliere una delle liste (Gentes, Progres, Comunidades) che appoggiano Michela Murgia presidente e costruirla insieme a loro e ai sardi la Sardegna Possibile, possibilmente sostenibile.

venerdì, febbraio 07, 2014

nove modi di legare i pomodori (niente di sadomaso)

Caldo, fa caldo. Tutti parlano di inverno anomalo, sicuramente un inverno caldo, più caldo rispetto a quello dell'anno scorso.
In Islanda c'è stato il mese di Gennaio più caldo degli ultimi vent'anni, solo quando ci sono stata io, ha fatto l'Aprile più freddo e il mese di Luglio più piovoso degli ultimi dieci anni.
Ma veniamo a noi, le piantine di pomodoro crescono nei semenzai e già si pensa a come le legheremo.
Se le coltiviamo in vaso, ecco una buona soluzione. Canne, legnetti e funi o laccetti, oppure lacci da scarpe che non usate più, la scarpa poi, potete riciclarla come vaso.
nel vaso
Possiamo far crescere i nostri pomodori in verticale (dall'alto verso il basso), se abbiamo la possibilità di mettere aiuole o vasi in alto, per esempio su un muro di cinta, o nella libreria di casa.
appesi
Se dobbiamo riciclare i cerchioni della bicicletta, abbiamo il modello "box-doccia" o cabina armadio. La nostra piantina cresce sostenendosi alla lenza che le abbiamo affidato. L'effetto con le piante alte, e i frutti, non deve essere male.
a raggi
Questo modello si sposa bene con il nostro rustico, anche in balcone fa la sua porca figura. Costruiamo un telaio con quattro legni, possiamo usare anche vecchi manici di scopa. Con delle luci ad effetto, al calare delle tenebre, si crea un'atmosfera fantasy adatta a feste in costume.
fantasy
Bèh, questa parla da sola! Se vogliamo aggiungerci una radio accesa, ci tiene lontani i predatori notturni, e perché no, quelli diurni.
antica Grecia
Un bel telaio in PVC, serioso, efficiente, per il pomodoro che guarda solo alla sostanza, e poco all'apparenza. Facile da montare e facile da smontare, sta bene con tutto.
in PVC
 Giuro che avevo piantato i pomodori!
forse poca acqua, o troppo poca? Parla, cosa ti manca?
 Al totem puoi sentirti legato per tutta la vita, figurati il pomodoro! Potete fare un rito di iniziazione, appena la piantina deve essere legata. Potete attaccare al totem foto di pomodori molto belli, in modo che la piantina si convinca e prenda fiducia, tanto da immedesimarsi nel pomodoro della foto. Non sembra difficile da fare, e soprattutto è eterno.
i totem
 Se avete a disposizione manodopera gratuita, potete usare tre pali d'alluminio, o in qualsiasi altro materiale, e legare dei fili di lenza da destra a sinistra e dall'alto al basso, formando un bel reticolo. Se siete fantasiosi, potete provare a fare una ragnatela per sentirvi spider-man anche nell'orto.
telaio più lenza
Comunque scegliate di legarli, buona coltivazione a tutti!

giovedì, febbraio 06, 2014

5 nuove discipline olimpiche


Certi giorni mi viene voglia di abbandonare, tutto, partire, andare via. Non mantenere gli impegni presi, non finire le cose iniziate. Vengo da un periodo così devastante che non ho fiducia più in niente e nessuno. Spero che l'orto sia una valida terapia. Sono fortunati gli atleti ad averci un allenatore, tutti dovremmo avercelo.


Ci serve un allenatore, qualcuno che ci dia dei compiti da fare tutti i giorni, che ci indichi le cose più urgenti, il giusto ordine delle cose. Una persona che ci sia da supporto fisico e psicologico. Che sappia essere severo, ma che riconosca e gioisca ai nostri successi. Un facilitatore del cambiamento, una persona che ci stimoli e indirizzi le nostre energie, che ci aiuti a prendere consapevolezza delle nostre potenzialità. Che ci sveli il nostro patrimonio.
Nel mio caso specifico direbbe:
- Quella piantina la, devi metterla quaaa!!
- Corri che è scappata una gallina!
- Hai costruito il compostatore, hai potato i peschi? E gli olivi?
- Brava, questo orto è molto ordinato. Si vede che è fatto da una donna!
Ecco, un coach che mi trovi e mi prescriva una dieta adatta, non posso avere fame da morire alle undici del mattino, e pensare di mangiarmi un pollo.
Oggi iniziano le olimpiadi invernali di Sochi, mi piace lo sport in tv, però preferisco l'atletica leggera e i giochi estivi.
Quindi, per questo periodo, propongo cinque nuove discipline olimpiche da praticarsi all'orto.
  • Stare inginocchiata a estirpare erbe barbare dalle aiuole.
  • Trapiantare piantine dal semenzaio a terra.
  • Fare un solco con la zappa.
  • Diradare piantine nel semenzaio.
  • Potatura ulivi.
Non credo, che mi allenerò in queste discipline sotto la neve. Oggi, infatti, splendeva un bel sole caldo, ho aperto gli sportelli dei semenzai e fatto qualche travaso, la Regina dei Ghiacci ha già una foglia vera. 
Che auguri si fanno per le Olimpiadi? Buon gioco? Vento in poppa? Buon vento? Buona sciiata? In bocca a Putin?

mercoledì, febbraio 05, 2014

il mio babbo natale (l'unica cosa fuori stagione nel mio orto)

le sementi biologiche appena arrivate
Come a Natale, mi sono svegliata sapendo di non ricevere nessun regalo. Nemmeno lo festeggio il natale, io odio il natale! Un po' puffo brontolone, eh?
Invece oggi, TAA-DAAAN!! Tutta una scatola di sementi per me, che gioia, che allegrezza la vista delle bustine. Ho quasi pianto per i semi d'anguria, perché mio nonno era un abile agricoltore, e le angurie gli venivano sempre bene. Poi abbiamo i pomodori yellow submarine, i san marzano nano, il peperone rosso e giallo, i peperoncini ciliegia, il melone retato <3, il pomodoro ciliegino, la MELANZANA!
Ora, guanti in pugno, la sfida è iniziata!
Chi è da semenzaio, finirà nel semenzaio, gli altri aspetteranno che la terra si scaldi.
Andiam, andiam, andiamo a lavorar!

martedì, febbraio 04, 2014

nostalgia del ghiaccio

Meno del 5% della popolazione dell'Islanda è impegnata in agricoltura. L'allevamento del bestiame, soprattutto pecore e la produzione di latticini sono le principali occupazioni .Circa un quinto della terra è arabile, la maggior parte utilizzati per il pascolo . Le serre sono comuni , soprattutto nella parte meridionale del paese . La produzione di carne e latticini è principalmente per il consumo interno . Le colture principali sono fieno , patate e altri ortaggi a radice . Coltivazione di altre colture , come l'orzo e avena , è aumentata rapidamente negli ultimi 10 anni. Sono stata in Islanda, l'anno scorso, a Reykjavik, per qualche mese. Certo, non c'è abbondanza di verdure, ma credo che andando a un passo dal Polo, non sia quella l'aspettativa. Ho mangiato tanti pomodori, funghi champignon, peperoni e cetrioli, insalate di vari tipi e patate. Mi sembra un elenco di tutto rispetto. Ortaggi e fiori vengono coltivati ​​principalmente in serre riscaldate con acqua geotermica e vapore. Una delle prime cose che il ragazzo, che ci faceva da cicerone, ci ha raccontato, è stata che l'Islanda, nel secondo dopoguerra, è stato il primo paese europeo esportatore di banane.


Ma nei market, non ho mai visto banane prodotte in Islanda. Le serre e le aziende agricole sono diffuse soprattutto nel sud del paese, che ha il clima più "temperato" rispetto al resto dell'isola. L'Islanda è praticamente autosufficiente in alimenti freschi e prodotti caseari , ma importa la maggior parte degli altri prodotti alimentari. 

L'ingeneroso confronto con la Sardegna

La Sar­de­gna è una terra fer­ti­le e con un clima vo­ca­to al­l’a­gri­col­tu­ra e al­l’al­le­va­men­to, ep­pu­re a se­con­da delle sta­gio­ni im­por­ta ogni anno dal 70 al­l’85% del cibo che si man­gia­ e l’a­gri­col­tu­ra rap­pre­sen­ta poco più del 4% del no­stro pro­dot­to in­ter­no lordo. Per in­cen­ti­var­la si in­ve­ste ap­pe­na lo 0,15% dei fondi re­gio­na­li e non si fa ab­ba­stan­za per dif­fon­de­re una cul­tu­ra ali­men­ta­re orien­ta­ta alla qua­li­tà lo­ca­le. Per que­sto nella spesa media dei sardi ci sono po­chis­si­mi pro­dot­ti sardi e nelle mense di ospe­da­li, scuo­le e fab­bri­che la quota di cibo fatto in Sar­de­gna è an­co­ra scar­sa

Queste poche righe, che bene descrivono la situazione sarda, sono prese dal sito di sardegna possibile. Hanno capito più cose loro in sei mesi, che i governi regionali che si sono succeduti negli ultimi dieci anni, ma anche dal dopoguerra a oggi direi. Deve mettersi a riposo, una intera generazione che ci ha portato a questo punto, se volevano fare dell'agricoltura un'industria del cibo, non ne sono stati capaci, si accomodino alla porta. 
L'agricoltura del futuro sarà, di nuovo, quella fatte dalle famiglie, dai giovani agronomi e dagli appassionati contadini 2.0.

Avvertenza: in questo post è presente una dichiarazione di voto, a favore di Michela Murgia presidente.
#SAR2014 #sardegnapossibile #votoutilegiàdato



lunedì, febbraio 03, 2014

invasioni barbariche




Vi capita mai di non entrare in camera di vostro figlio per qualche giorno? Oppure di non pulire la macchina per qualche tempo? Vi è mai capitato di assistere alla discesa degli studenti da un pullman dopo ore di viaggio? Se li vedeste direste che sono arrivati i barbari! Eccoli, disordinati, distratti, urlanti, sbraccianti.

Tutto questo è successo oggi all'orto.

Dopo diversi giorni di pioggia e freddo, sono riuscita a mettere il naso fuori casa.

Cosa ho trovato in campo? I barbari!

Un'unica distesa verde, si distinguono solo cime di rapa e patate perché sono le più alte. Quasi gli spinaci non si vedono più, le biete sono sommerse da erbe barbare, così pure i finocchi. Dove sono i bei ciuffi di spinaci, che pochi giorni fa splendevano solitari nel campo. Dove, le biete, fiere di vincere la loro sfida, e crescere fuori stagione. Che fine hanno fatto i le teste dei finocchi? Non si distinguono dalle altre erbe, che evidentemente fanno di tutto per assomigliare ai finocchi. Malnate! Sarà vero che le erbe barbare crescono più in fretta di quelle che semini, ma così direi che c'è stato un bel recupero.

Quindi, armata di zappetta e rastrello, sono saltata da un'aiuola all'altra, per liberare i miei poveri ortaggi, soccombenti ai barbari. Colta da fame ho raccolto e mangiato le prime cime di rapa! Agli spinaci voglio concedere ancora una settimana. Per i finocchi invece ci vorranno i mesi, ancora. Ma ho seminato un po' tardi rispetto agli altri agricoltori. Purtroppo, mi sono ritrovata l'orto per le mani nel mese di ottobre, spero di riuscire a recuperare per l'estate. Daje!

Nuove ma vecchie amicizie.
Sono anche passata a trovare le galline. Una in particolare mi riconosce, infatti corre da una parte all'altra, cerca di volare via, canta. Purtroppo l'ultima volta che le avevo fatte uscire, era caduta vittima di una cagnetta, dalla quale ero riuscita a salvarla. Dopo qualche spavento, mi si era piantata tra i rametti di un olivo, dopo essere riuscita a districarla dai rametti, si era messa a correre infilandosi come una freccia in un buco. Dovrebbe odiare il cane non me, evidentemente non aveva capito, chi inseguiva cosa.



  
Io lo so che si vorrebbero libere, per mangiarsi tutti i vermi dell'orto. Ma i vermi rendono il terreno fertile, vogliamo mica fare il gioco "chi è più utile nell'orto?" "chi è nato prima, l'uovo o la gallina?

Vi lascio con queste massime, speriamo che durante la notte, non crescano troppo le erbe barbare!

grazie

sabato, febbraio 01, 2014

contadini 2.0

un contadino prima di twitter

una contadina con profilo twitter
Gli agricoltori si avvicinano a twitter e ai social media. Mica si può pensare sempre a cosa seminare, dove e quando. In tanti hanno idee preconcette sugli agricoltori, alcuni pensano che siano molto lontani dalla tecnologia, che vivono isolati dalle comodità di una vita moderna.
Questi preconcetti sono ben lungi dall'essere veri, infatti gli agricoltori sono spesso desiderosi di affidarsi alla tecnologia, vedendola come un logico aiuto al progresso dell'agricoltura. Non solo, la tecnologia, rende la gestione agricola più semplice, veloce e portatile, ma alcuni allevatori, per esempio spendono un sacco di tempo a monitorare i loro animali. Ma oltre alla tecnologia gli agricoltori usano i social media.
Trovano utile i social media, perché possono lavorare insieme, e trasmettere suggerimenti e saperi, la propria esperienza su tematiche di attualità e di benessere degli animali. Ancora più importante, offre la possibilità di comunicare da un ambiente spesso isolato.
State seguendo su twitter l'hashtag #felfie? E il sito http://farmingselfie.com/
L'agricoltore britannico William Wilson ha lanciato l'iniziativa #felfie, su twitter, per dare un volto a quegli agricoltori che portano in tavola il nostro cibo. Una bella iniziativa che spazza via gli stereotipi sui contadini. Il farmer non è un anziano signore, vestito di una tutona in jeans, camicia di flanella, cappello di paglia, stivali di gomma e barba lunga. Nella gallery del sito farmingselfie mostra visi di giovani, di donne, di famiglie intere, tutti che si occupano e hanno a cuore l'agricoltura. I farmer britannici usano spesso degli hashtag per parlarsi e scambiarsi la propria esperienza agricola.
Voi cosa fate? Non vi sentite ispirati dalle foto su farmingselfie?
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